Cina e Italia ospitano il maggior numero di siti presenti nella lista dei patrimoni dell’umanità compilata dall’UNESCO. Fino al 2017 entrambe contavano 55 siti, oggi invece sono diventati 58 per l’Italia e 56 per la Cina, eccezionalmente rappresentata in un’agenzia che, sino al 2016, contava il 48% dei siti patrimonio dell’umanità solo in Europa o Nord America.
I siti UNESCO cinesi:
38 siti culturali, 14 naturali e 4 misti, tra cui la Grande Muraglia cinese, la città Proibita a Pechino, i giardini classici di Suzhou, il lago occidentale di Hangzhou, il monte Huangshan e la statua del Buddha gigante di Leshan.
I siti Unesco Italiani:
53 siti culturali e 5 naturali tra cui il centro storico della capitale, quello di Siena, Firenze, Napoli, i siti francescani di Assisi, il paesaggio dell’area Langhe Monferrato Roero, le Dolomiti e i portici di Bologna, riconosciuti nel 2021.
Qual è il valore del brand UNESCO?
Avere i propri siti nazionali e turistici inclusi nella lista UNESCO è importante per due ragioni:
Il processo di preparazione alla valutazione da parte dell’agenzia dà una spinta positiva al sito interessato. Questa spinta si manifesta, secondo studi effettuati nella Val di Noto durante il periodo di domanda e valutazione per il riconoscimento UNESCO, sia sotto il profilo strettamente economico, sia sotto la dimensione sociale e culturale. Concretamente, nel caso siciliano, si è registrata una crescita nel numero di imprese nei settori di stampa, multimedia, arredamento, artigianato; parallelamente un aumento nel restauro di beni culturali e l’organizzazione di festival dedicati alla valorizzazione dell’artigianato, del patrimonio e dell’identità locale.
Il brand UNESCO rende la destinazione turistica più attrattiva. Un dato difficile da quantificare, ma supportato da ricerche secondo cui i turisti internazionali attribuiscono maggiore autenticità e qualità alle destinazioni con siti UNESCO. L’ effetto positivo del “brand” UNESCO risulta ancora maggiore per quelle destinazioni meno conosciute, che possono promuoversi forti di questo brand anche verso i turisti cinesi.
Come evitare il fenomeno dell’overtourism?
Posto che il riconoscimento UNESCO porta benefici alla destinazione in termini di percezione e attrattiva, una criticità è legata al conseguente aumento di flussi, creando potenzialmente fenomeni di “overtourism”. Per evitarlo, sarebbe bene distribuire in modo uniforme i flussi turistici tra periodi di alta e bassa stagione. Ad esempio, il turismo cinese si muove in periodi di bassa stagione verso tutte le destinazioni, comprese Europa e Italia, elemento che contribuisce a facilitare la destagionalizzazione dei flussi.
Nel complesso, nella fase di rilancio del settore turistico nazionale ed internazionale, i siti certificati, e soprattutto quelli minori già oggetto di valorizzazione in sede PNRR, potranno costruire strategie di marketing specifiche che incentivino il turismo internazionale, nell’ottica di una ripresa sostenibile. In questo contesto, la creazione di sinergie tra i gestori di siti UNESCO italiani e cinesi può rappresentare la strada giusta da percorrere, per promuovere le rispettive destinazioni e riattivare gli scambi turistici tra i due paesi.
Fonti:
Cellini e Cuccia, 2016. UNESCO sites as public goods: comparative experiences in Italy.
De Simone, Canale e Di Maio, 2019. Do UNESCO World Heritage Sites Influence International Tourist Arrivals Evidence from Italian Provincial Data
Aggiornamento: questo articolo è stato rivisto il 4/07/2022