Quale impatto hanno avuto il contatto con l’Occidente e la vicina Corea del Sud?
L’effetto “Occidente”
I canoni di bellezza, derivanti dalla millenaria storia cinese e dai cambiamenti socio-economici caratteristici di ogni sua epoca, sono stati influenzati dal contatto con “l’Occidente” e dagli scambi con la vicina Corea del Sud. In particolare, l’accesso a materiale mediatico caratterizzato dalla presenza di modelle, attrici e personalità provenienti da “Occidente” ha portato nell’Impero di Mezzo la cultura della doppia palpebra, ossia quella forma dell’occhio che include una piega, un ulteriore lembo di pelle nel momento in cui si chiude. Gli occhi delle popolazioni asiatiche sono distinti, oltre che dalla forma allungata, cosiddetta a mandorla, dalla singola palpebra, elemento che produce un effetto di occhio più chiuso e “pesante”. L’attrazione e l’ammirazione registrata in Cina per la doppia palpebra, che dona all’occhio una certa apertura e consente l’applicazione di make-up dedicato come gli ombretti, ha portato al frequente utilizzo di filtri, nelle app di fotografia come 美图 meitu e 相机 360 xiangji 360, dedicati appositamente a questo cambiamento nella struttura del viso. Di pari passo, coloro che hanno risentito una più profonda necessità di cambiamento, hanno potuto fare ricorso alla chirurgia plastica e, in particolare, alla tecnica della “blefaroplastica asiatica”, mirata appunto a creare quella piega cutanea caratteristica della popolazione “occidentale”.
Carnagione chiara e skincare routine
La percezione salutare tipica del nostro continente data da una pelle abbronzata e da una fisicità snella, ma tonica e allenata, non ha trovato riscontro nel pubblico cinese, dove la corporatura femminile considerata ideale è necessariamente quella più esile, che non presenti cambiamenti dati dall’attività fisica. Per quanto concerne la pelle, la preferenza per una carnagione chiarissima, così come per uno stato di costante cura del viso, risente dell’influenza dei vicini giapponesi e, soprattutto, sudcoreani. In Corea del Sud l’industria della bellezza, con particolare attenzione al segmento skincare, è diventata sinonimo di qualità presso l’intero continente. L’introduzione della skincare routine in 10 step, che ha conquistato le pagine di magazine e blog in tutto il mondo, ha portato al lancio sul mercato di prodotti quali maschere per il viso in tessuto, sieri, tonici, nonché di prodotti esclusivamente dedicati allo schiarimento di eventuali macchie della pelle. Infatti, in Corea del Sud, e, sempre più in Cina, è abitudine comune indossare uno strato di prodotto coprente e sbiancante, prima di procedere con l’applicazione di fondotinta e correttori.
Sempre più giovani scelgono di intervenire sul proprio aspetto
Quando l’applicazione di prodotti non è sufficiente a produrre l’effetto desiderato, specialmente nel caso di apertura dell’occhio, di sbiancamento della pelle, di ottenimento del mento pronunciato a V, o di un naso piuttosto stretto, le consumatrici cinesi non esitano a fare ricorso alla chirurgia plastica.
Ad oggi, la Cina è il secondo mercato al mondo per le procedure di correzione estetica, con un fatturato pari a 176,9 miliardi RMB (circa 22 miliardi di euro) per l’anno 2019. Di queste, oltre il 50% delle procedure sono state effettuate sugli occhi, un altro 19% è rappresentato dalla rinoplastica, e, infine l’11% è servito a ridurre il quantitativo di grasso corporeo. Il 38% dei pazienti cinesi che hanno scelto di intervenire sul proprio aspetto ha meno di 28 anni, ad indicazione di un forte peso della percezione della bellezza sui più giovani, parzialmente influenzato dai contenuti del mondo social.
I brand stranieri che hanno registrato un’esperienza di successo sul mercato cinese, come hanno affrontato le necessità date dalla differente percezione di bellezza? Come si sono adattati, a partire dal nome stesso scelto per la commercializzazione, alle richieste del mercato?